Presepe

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
                                        Anche con Cristo e sono venti secoli
                                      il fratello si scaglia sul fratello.

                                         Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
                                         che morirà poi in croce fra due ladri?
               (Salvatore Quasimodo)

una ricettina sfiziosa

Torta velocissima al ciccolato
(senza cottura)

Ingredienti per 8 persone:
200 gr di cioccolato fondente,
1 uovo,
150 gr di biscotti (tipo frolline, anche integrali),
60 gr di burro,
1 dl di panna da montare,
50 gr di gherigli di noci,
60 gr di zucchero.

Tritate il cioccolato e fatelo sciogliere con il burro in un pentolino a bagnomaria.
Tritate le noci non troppo finemente, tenendo magari qualche gheriglio per guarnire.
Sbriciolate i biscotti, senza ridurli in polvere: un buon trucco e di metterli in un sacchettino di plastica, chiuderlo facendo uscire l'aria e frantumare i biscotti direttamente nel sacchetto, pestandoli con un mattarello, ad esempio.
Mettete l'uovo intero in una ciotola con lo zucchero. Scaldate 2 cm di acqua in un pentolino. Quando l'acqua bolle, sistemate la ciotola sul pentolino e montate il composto con una frusta elettrica per alcuni minuti: dovete ottenere alla fine una crema che scende "a nastro"dalla frusta.
Togliete dal fuoco e unite subito il burro fuso con il cioccolato. Lasciate riposare per 10 minuti e unite la panna montata
Unite a questo punto anche le noci e i biscotti.
Distribuite il composto in uno stampo imburrato oppure rivestito con pellicola trasparente e refrigerate per 2 ore circa. Togliete dal frigo 20 minuti prima di servire, altrimenti sarà troppo dura.

Nota: Volendo esagerare, servite con un ciuffo di panna montata...

il Natale ortodosso, il Natale ebraico

Il Natale ortodosso, che celebra la nascita di Gesù figlio di Dio e della Vergine Maria, viene festeggiato anzi che il 25 di Dicembre il giorno 7 di Gennaio.
Questo slittamento di data è dovuto al fatto che la chiesa ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano.
Per meglio comprendere la cosa occorre tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare (da cui giuliano), in virtù di tale fatto i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono definitivamente cancellati e quindi il nostro 25 dicembre viene traslato al 7 gennaio.
Il Natale, nei paesi ortodossi, è preceduto da un periodo di digiuno e preghiera che dura 40 giorni, ovviamente questo non è totale ma prevede di consumare pesce nei giorni di mercoledì e venerdì.
Nel giorno invece della Vigilia di Natale il digiuno è più severo e prevede solo consumo di cibo “socivo” ossia grano lesso e frutta.
Il digiuno si conclude alla comparsa in celo della prima stella. Il digiuno della vigilia si conclude generalmente in chiesa al tramonto.
La liturgia prevede una serie di preghiere e canti e la benedizione dei cibi : pane, grano, vino ed olio.
Terminata la Liturgia i fedeli intonano l’inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’icona di Natale ed una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato ed il sacerdote unge i fedeli con l’Olio Santo e questi consumano il pane benedetto.
La chiesa e le case in questo periodo sono addobbate con simboli della tradizione cristiana raffigurati anche nelle catacombe come ghirlande, pesci e pecore. L’albero non fa parte della tradizione natalizia ortodossa come pure il presepio che è tipico della tradizione cattolica in quanto introdotto da San Francesco.


La religione cristiana nasce da quella ebraica, quindi anche la festa del Natale ha origini ebraiche.

La venuta di un messia è citata nell’Antico Testamento , ma quando nasce Gesù Cristo, solo alcuni ebrei lo riconobbero come il Messia atteso e si staccarono dalla religione ebraica dando vita alla religione cristiana.

La religione cristiana fa del Natale una festa religiosa che celebra appunto la nascita di Gesù. Per la religione ebraica il Natale era una festa secondaria che celebrava la rinascita della luce, nel giorno del solstizio d’inverno. Col tempo,con l’istituzione dello stato di Israele, il Chanukah o Festa delle luci, ricorda la consacrazione di un nuovo altare a Gerusalemme dopo la vittoria contro i Seleucidi ed è diventato il Natale ebraico.

Come il Natale anche il Chanukkà è occasione di scambio di doni e dolci tipici. La sera prima del Chanukah il Rabino capo accende un gran candelabro, chiamato chanukiah, recita una benedizione ed inaugura la festa con canti e balli. Si scambiano doni, in particolare i bambini ricevono delle trottoline, e dolci, il più usato dei quali è il sufgagnà un grosso bombolone fritto in olio.

SOGNO DI NATALE

Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo,
lassù; innanzi a un Presepe,
laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena;
eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori...
E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini,
eran deserte nella rigida notte.

E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie,da questa casa a quella,
per godere della raccolta festa degli altri;
mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo:
- Buon Natale -


Luigi Pirandello

il Natale in Italia

Le tradizionni natalizie più diffuse per il festeggiamento del natale sono il presepe e l’albero di natale.
Il presepe secondo la tradizione ha origine nel 1223 a Greccio in Umbria ad opera di San Francesco che volle arricchire la messa di Natale con un presepe vivente che ricordasse la natività.
I primi a descrivere la natività furono gli evanelisti Luca e Matteo proponendo l’icona della mangiatoia e del bue e l’asinello.

Questa rappresentazione colpì favorevolmente la fantasia dei paleocristiani che la riportarono in molti graffiti parietali delle catacombe di Domitilla al cimitero di Santa Agnese. Pertanto San Francesco, mutuando questa antica tradizione, organizzò il primo presepe a cui man mano nei secoli si sono aggiunti i personaggi allegorici che sono giunti fino a noi.
Altra interpretazione dell’origine del presepe è quella che ne attribuisce la paternità al frate Francesco da Celano che nel 1222 assistè a Betlemme ai festeggiamenti e alle liturgie della natività e ne rimase talmente impressionato che tornato in Italia chiese il permesso ad Onorio III di poterle rappresentare il Natale successivo . Il papa gli concesse di rappresentarle in una grotta vicina alla chiesa. La notte di Natale durante la rappresentazione accorsero i contadini di Greccio che illuminarono il luogo con fiaccole. Nacque così la tradizione che fu ripresa nei secoli.
L’albero di Natale probabilmente trae la sua origine da culti pagani legati all’Europa del Nord. Entrò a far parte della tradizione italiana alla fine del XIX secolo quando la moglie di Umberto I ne preparò uno in Quirinale.
Nonostante molte delle tradizioni natalizie si vanno perdendo, l'albero resiste, anzi ha assunto il ruolo di vero simbolo di Natale. Spesso l’abete viene sostituito con alberi di plastica, le candele di cera dalle luci elettriche più o meno intermittenti, le originali mele colorate od ostie,dal significato religioso, hanno ceduto il posto ad addobbi in vetro colorato di ogni foggia, ma l’albero continua ad essere presente nelle case della maggior parte degli italiani.
La sua diffusione massiccia è comprovata dalla tradizione introdotta da Giovanni Paolo II di allestire un grande albero di Natale in piazza San Pietro a Roma.

A Christmas Carol

Il vecchio e avaro strozzino Ebenezer Scrooge non ha alcuna intenzione di condividere le gioie del Natale. Né con il nipote Fred né con il suo dipendente Bob, che riceve uno stipendio da fame e ha una famiglia numerosa, né tantomeno con chi gli chiede sottoscrizioni in favore dei più diseredati. Per lui il Natale è solo un giorno in cui deve pagare Bob che resterà però a casa. La notte della vigilia compare però, terrorizzandolo, il fantasma del suo socio in affari Marley, morto sette anni prima. Marley gli annuncia l'arrivo di tre Spiriti. Uno gli mostrerà i suoi Natali passati, uno quello presente e l'ultimo quello futuro in cui lui sarà morto e nessuno avrà un buon ricordo della sua esistenza. La lezione gli servirà.

Di "Canto di Natale" di Dickens il cinema si è impossessato sin dal 1914 e non ha smesso di occuparsene nel corso dei decenni a venire coinvolgendovi Paperone e soci, Bill Murray nei panni di un magnate televisivo e perfino i Muppets.
Poteva mancare il 3D? Ovviamente no. Poteva Zemeckis, sperimentatore delle potenzialità del cinema da sempre, non tentare l'impresa? La risposta è ancora no.
Al suo fianco trova il talento sempre più affinato e 'natalizio' di Jim Carrey che è pronto a quadruplicarsi (Scrooge e i tre spiriti) per questa storia 'morale' che resta valida oggi così come nel 1843.

Gli Scrooge non mancano nel mondo odierno e avrebbero anch'essi bisogno di uno sguardo retrospettivo unito a uno verso il futuro destinati a far loro percepire la fragilità dell'esistenza umana.
Zemeckis coglie il profondo senso morale dell'opera di Dickens e non ne attenua i toni.
Ne nasce quindi un film non adatto ai più piccoli (le scene con Marley e con lo Spirito dei Natali Futuri sono degne di un horror di classe, per di più in tre dimensioni).
E' però capace di far riflettere con efficacia non tanto su una visione edulcorata del Natale quanto piuttosto sul senso che la vita di ognuno (credente o non credente che sia, considerata la non leggera considerazione sugli uomini di chiesa pronunciata dal quasi mitologico Spirito del Natale Presente) può assumere su questa terra.
Il 3D con le sue magie lo aiuta nell'impresa offrendogli una dimensione che si colloca costantemente sul confine tra l'immaginario e il 'reale' con grande effetto.

i giochi di Natale

 
Un vecchio proverbio recita”Natale con i Tuoi e Pasqua con chi vuoi”, ossia Natale in famiglia e Pasqua in vacanza fuori casa.
Proviamo, quindi,  a pensare ad un Natale più tradizionale: in famiglia e con gli amici trascorrendo le serate come a vecchi tempi organizzando giochi anche un po’ desueti e grandi mangiate.
Il gioco natalizio per eccellenza in ogni regione italiana è la tombola.
In effetti la tombola è nata nell’Italia meridionale dove diviene una sorta di rappresentazione teatrale con un personaggio, figura allegorica od oggetto associato a ciascuno dei novanta numeri che vengono estratti da un paniere di vimini. Per giocare i partecipanti sono dotati di apposite schede numerate le”cartelle” su cui si tengono nota dei numeri estratti. Vengono premiate alcune combinazioni vincenti ambo ,terno..etc. Il gioco del lotto ed il bingo sono mutuati dalla tombola.
Altro gioco adatto al periodo natalizio ed ai nostri giorni un po’ dimenticato è il”Monopoli”.
Il Monopoli è un classico gioco da tavolo che simula una attività finanziaria e che fa guadagnare danaro con investimenti e vendita di terreno.
Per avvicinarci ai tempi nostri e per un pubblico più giovane si può pensare di trascorrere le serate natalizie giocando a “Risiko” versione italiana del Risk da cui tuttavia si differenzia notevolmente che simula una guerra mondiale con tanto di esercito e che va vinto elaborando un’opportuna strategia.
Ripercorrendo ancora a ritroso il tempo e per un pubblico più giovane e tecnologizzato cresciuto con i cartoons ed i video games si può optare per un gioco di ruolo o con una sigla anglosassone ad un RPG (Role Playng Game) dove un narratore o come si dice un “Master”racconta una storia e gli altri partecipanti assumono identità di personaggi da loro creati inventando un mondo fantasioso con rigide regole codificate.